I più comuni bisogni relazionali


In seguito ad una ricerca fatta tra 16 terapeuti, i quali si sono interrogati e risposti sui bisogni relazionali più frequentemente non soddisfatti nei loro pazienti, Richard Erskine – uno psicoterapeuta analista transazionale – individua gli otto più comuni, pur consapevole di non essere gli unici. Ognuno di noi possiamo avere alcuni di questi bisogni … Continua a leggere I più comuni bisogni relazionali

Il mio libro


Questi giorni ho riaperto i sogni nel cassetto, ovvero, se preferite, i cassetti dei sogni. Dopo averli spolverati, ho scelto uno chiamato “pubblicare un libro” e, avendo già scritto questo libro, ho ben pensato di passare all’azione. Così è nato, con parto naturale e grande emozioni, il piccolo libro “La psicologia della creatività”. Come ogni … Continua a leggere Il mio libro

A cosa servono le emozioni?


Avete mai pensato che le emozioni possono avere una loro funzione ben precisa? Io per tanto tempo ho ignorato questo aspetto, per semplice mancanza di informazione. Sono stata educata, come gran parte della mia generazione, in modo informale più che strutturato, che le emozioni sono positive e negative. In effetti, alcune emozioni sono socialmente mal viste, come la rabbia, altre sono indesiderabili, come la tristezza. Eppure nessuno, fino all’università di psicologia, mi ha mai parlato o spiegato per bene cosa fossero le emozioni, per non parlare di cosa farne. L’unica cosa da fare era al massimo inibire qualcuna o nasconderla. Studiando l’analisi transazionale ho scoperto poi che in ogni famiglia ci sono alcune emozioni che non sono gradite e che i bambini imparano, per compiacere ai genitori, a sostituirle con altre che invece sono permesse. Si creano così le cosiddette emozioni parassite, termine che rende bene la loro posizione: emozioni che si nutrono dell’energia di altre. Per esempio, se nella mia famiglia non è gradita la rabbia ma è permessa la tristezza, imparerò con il tempo che quando sono arrabbiata posso esprimerla mostrando tristezza, altrimenti sarò rimproverata o magari ignorata. Così facendo, quando cambio ambiente, nessuno mi capirà quando sono arrabbiata, forse neanche me stessa, perché oramai questo cambio registro non è nella mia consapevolezza: diventa per me, da quando ho iniziato a farlo e fino adesso, una cosa naturale e automatica, piuttosto confusa, scambiare la rabbia per la tristezza. Continua a leggere “A cosa servono le emozioni?”

I cinque linguaggi dell’amore


Molte coppie sposate si disgregano e molte relazioni finiscono in incomprensioni quando i partner capiscono che l’altro non lo capisce, lo riconosce o risponde alle sue aspettative. Spesso è la mancanza di comprensione della lingua in cui parla il nostro partner, in quei casi in cui i sentimenti esistono ma non sono espressi all’altro nel modo appropriato.

Siamo così diversi e la scoperta della nostra diversità, lo stadio tipico di una relazione sentimentale, è un test importante per la sopravvivenza della coppia. Ognuno di noi ha imparato dall’infanzia, dalla famiglia o da altri modelli come dimostrare l’amore: ad esempio, se la ami, devi fare qualcosa per lei. Nel caso di qualcun altro, può essere una dimostrazione di amore solo l’espressione delle emozioni in parole. Ciò che l’amore è per uno non corrisponde al concetto di amore per l’altro. Ecco perché è così importante conoscere la nostra lingua e quella del nostro partner, in modo che possiamo ricevere o dare amore in un linguaggio avvincente.

Nel suo libro, I cinque linguaggi dell’amore, Gary Chapman trova 5 linguaggi principali dell’amore, che hanno, come ogni lingua, i loro dialetti. Continua a leggere “I cinque linguaggi dell’amore”

La relazione tra la capacità di valutazione emotiva e il burnout negli insegnanti


E’ ormai verificato nella letteratura specialistica che gli insegnanti con una buona capacità di valutare le emozioni (emotion appraisal – costrutto formato dalla percezione e la comprensione delle emozioni), sono meno predisposti alla sindrome di burnout rispetto agli altri. Meno studiati sono stati i meccanismi che stanno alla base di questo fenomeno. Uno studio pubblicato sul Journal of Occupational Health Psychology ha analizzato proprio questi meccanismi. Gli autori hanno ipotizzato che le abilità di valutare le emozioni proprie e quelle degli altri facilitano l’adozione di strategie di fronteggiamento proattive e l’ascolto dei bisogni degli studenti. Queste strategie, antecedenti al momento dell’interazione vero e proprio, aiuterebbero gli insegnanti ad affrontare le situazioni emotivamente sollecitanti al lavoro e quindi a proteggersi dal burnout, dal momento che esse contribuiscono all’aumento dell’autoregolazione, del problem-solving e del rendimento. Continua a leggere “La relazione tra la capacità di valutazione emotiva e il burnout negli insegnanti”

Recensione: “C’era una volta la prima volta”. Come raccontare il sesso e l’amore a scuola, in famiglia


C’era una volta la prima volta è il titolo di un libro che parla di sesso e dà alcune premesse per parlare di sesso “nella vita quotidiana”. È rivolto ad adolescenti, ai loro genitori e insegnanti, ma anche a chi ancora ne cerca un senso. Nato dalle domande che sono arrivate proprio dai partecipanti ai … Continua a leggere Recensione: “C’era una volta la prima volta”. Come raccontare il sesso e l’amore a scuola, in famiglia