Ho iniziato a leggere un nuovo libro – Intelligenza emotiva per la coppia di John Gottman. Lui insieme alla moglie sono considerati dei punti di riferimento nel lavoro con le coppie, e sono rimasta subito sorpresa di alcune delle sue considerazioni riguardanti i falsi miti sui matrimoni (soprattutto il primo), tanto da avere voglia di condividerle.Su alcune ancora ci rifletto, ma aldilà di questo, sicuramente è stata una nuova occasione per ricordarmi la complessità e l’unicità delle vite di ognuno di noi, che cresce in maniera esponenziale quando si combinano con quelle di un’altro/a, tanto da non poterle comprendere tramite uno slogan. Ecco sintetizzati di seguito i miti fasulli sul matrimonio, secondo l’autore:

- La comunicazione – più specificamente, la capacità di risolvere i propri conflitti – sia la via maestra all’amore e a un matrimonio durevole e felice. In realtà, a detta dei Gordon, secondo le loro ricerche, i matrimoni più felici non usano “l’ascolto attivo” – che è la tecnica maggiormente usata per a risoluzione dei conflitti nelle terapie della coppia. Questa tecnica è stata ricavata dal noto psicoterapeuta Carl Rogers nell’ambito della psicoterapia individuale e in sintesi consiste nell’uso di messaggi “io” al posto di accusare l’altro, di parafrasare il contenuto e i sentimenti del messaggio dell’altro e di convalidarli, anche se non condivisi, in modo che l’altro si possa sentire. Pur dando qualche beneficio, da sola non basta e le coppie che la usano hanno un alto tasse di recidive. “L’ampia gamma di terapie basate sull’ascolto attivo e la risoluzione dei conflitti comportano un alto tasso di ricadute. In effetti, la migliore di queste terapie, eseguita dal dottor Neil Jacobson dell’università dello stato di Washington, vanta solo il 35 per cento di successi. In altre parole, gli studi dimostrano che solo il 35 per cento delle coppie manifesta un significativo miglioramento del matrimonio come risultato di questa terapia”.
- Le nevrosi o i problemi personali rovinano i matrimoni. Contrariamente a quanto si possa pensare, a detta dei Gottman le ricerche hanno trovato una scarsa correlazione tra le comuni nevrosi e la soddisfazione nei rapporti di coppia. Quello che fa funzionare un matrimonio sarebbe a compatibilità tra diversi tratti e il modo in cui vengono affrontati gli aspetti problematici dell’altro – se si riesce a trattarli con rispetto e affetto, il matrimonio può durare.
- Gli interessi comuni tengono uniti. Non sarebbe tanto condividere un hobby ma il modo in cui si fa – per alcuni può essere motivo di vicinanza, crescita e stimolo, per altri un’occasione di scontro.
- Il reciproco compenso è fondamentale. In altre parole, si tratterebbe dell’accordo non scritto di ricompensa per ogni atto gentile (sorridersi, aiutarsi avvicenda), una sorta di do ut des. Gli autori sottolineano come questo significa tenere il conto di quello che fa l’altro, ed è una cosa propria delle coppie infelici. “I coniugi felici non tengono una tabella di marcia, non stanno a guardare quante volte l’altro o l’altra ha lavato i piatti come ricompensa per la cena preparata con cura. Lo fanno e basta e in genere si sentono bene nel loro rapporto”
- Evitare i conflitti è una rovina per il matrimonio. Le coppie hanno diversi modi di entrare in conflitto: alcune preferiscono evitarlo, altre lo cercano, altre sono capaci di discutere delle loro divergenze e trovare un compromesso. Ma ciò che fa la differenza nell’utilizzo di queste strategie non sembra essere la scelta di una migliore dell’altra, ma se la strategia è compatibile per tutti e due i coniugi.
- Il tradimento è la causa principale di divorzio. Sembra che il tradimento sia il punto d’arrivo di una storia in cui manca l’intimità e l’apprezzamento. In una grande ricerca sulle coppie divorziate, solo il 20% ha dichiarato che la loro storia sia finita per colpa di un tradimento.
- Gli uomini non sono biologicamente fatti per il matrimonio – il mito parte dalla teoria secondo cui l’uomo deve procreare più prole possibile e si fa aiutare in questo da più donne, mentre la donna cerca l’uomo che provvede a lei e ai figli di cui ha il compito di occuparsi. Ma secondo Annette Lawson del Berkeley’s Institute of Human Development dell’università della California, il numero di storie extraconiugali delle donne è più grande di quello degli uomini, da quando le donne hanno occupato massicciamente i posti di lavoro. In sostanza, i tradimenti dipenderebbero in realtà dalle occasioni e non da aspetti evoluzionistici di genere.
- Gli uomini e le donne vengono da pianetti differenti – sarebbe la differenza di genere a far sì che non vadano d’accordo. In realtà, il 70% delle donne e degli uomini considera la qualità dell’amicizia come fattore determinante per il sesso, il romanticismo e la passione.
Bibliografia:
John Gottman (1999), Intelligenza emotiva per la coppia, Milano, Rizzoli