La carezza è unità di riconoscimento. Un sorriso, un complimento, ma anche un insulto, sono tutti modi in cui la nostra presenza/esserci ci viene riconosciuta, e il bisogno di riconoscimento è uno dei nostri bisogni fondamentali. Tanto è vero che qualsiasi tipo di carezza, positiva o negativa che sia, è meglio di nessuna carezza.
Possiamo essere riconosciuti in diversi modi, e avremmo quindi vari tipi di carezze:
- verbali (un complimento o semplicemente un saluto) o non verbali (uno sguardo, una stretta di mano, un gesto di minaccia)
- positive (sperimentate come piacevoli da chi le riceve) o negative (sperimentate come spiacevoli)
- condizionate (riferite a ciò che una persona fa) o incondizionate (riferite a ciò che una persona è)
Ognuno di noi ha imparato dalle esperienze con le persone significative, soprattutto, a dare, accettare, chiedere o a rifiutarsi di dare carezze positive o negative, creandoci una vera economia delle carezze. Tendiamo cioè di avere lo stesso bilancio tutte le volte: se siamo abituati a ricevere carezze negative, andremmo a rifiutare quelle positive e a cercare quelle negative. Sembra paradossale, ma con una lente oggettiva, ognuno può scoprire le sue entrate e le uscite di carezze.
Rispondendo alle domande del piccolo questionario che propongo al link seguente, si potrà costruire un grafico delle carezze, che manderò successivamente tramite email, insieme ad uno strumento semplice per lavorare eventualmente sui punti su cui vuoi migliorare:
Per rispondere alle domande puoi andare al seguente link:
♥♥♥ –> Il profilo delle carezze
Se vuoi approfondire l’argomento, ma anche altri aspetti, attraverso l’analisi transazionale, suggerisco la consultazione dei libri in bibliografia.
Bibliografia:
Woollams S., Brown M. (1978). Analisi Transazionale. Psicoterapia della persona e delle relazioni. Assisi: Cittadella Editrice, 1985.
Stewart I., Joines, V. (1987). L’analisi transazionale. Guida alla psicologia dei rapporti umani. Milano: Garzanti, 2000.
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3 pensieri su “Costruisci il tuo profilo delle carezze”